venerdì 3 aprile 2009

TOKON - spirito di lotta - spirito di combattimento -


Ciao,
voglio condividere con voi un mio pensiero e sapere cosa ne pensate.

Il Maestro Kase disse che quando si esce di casa bisogna avere lo spirito come se 1000 nemici ci stessero aspettando, mentre il Maestro Shirai, riferendosi alla pratica del Goshin-Do, disse che quando non si dorme, quindi per tutto il resto del giorno, bisogna pensare alla difesa personale.

Questi due pensieri, di primo impatto, mi hanno fatto pensare ad un esistenza triste, tesa, sempre “sul chi va là”… e li ho accantonati.

Poco tempo fa mentre sistemavo mia figlia sul seggiolino porta bimbi della mia auto (è un’auto a tre porte ed è veramente scomodissimo sistemare la bambina) ho pensato “messo così se arriva un malintenzionato può darmi una portierata rubarmi la macchina e portarsi via la bambina che nemmeno me ne rendo conto….”.

Subito mi è venuto in mente quanto detto dai Maestri e l’ho associato all’atteggiamento che un praticante di Karate dovrebbe avere anche al di fuori del Do-Jo, quindi allo Zanshin. ZAN - mantenere, rimanere, oppure lasciare SHIN - spirito, mente, ma anche cuore "mantenere uno spirito di vigile allerta".

Oss!!!

4 commenti:

Alessandra C. ha detto...

sono assolutamente d'accordo sul mantenere uno spirito vigile di allerta. il mondo va così veloce che dobbiamo stare al passo e, di conseguenza, gli occhi devono stare sempre aperti e, in un certo senso, ci si deve aspettare di tutto. in questi termini quindi concordo con i maestri. a patto che la "vigilanza" sulle cose e sulle persone che abbiamo intorno non diventi cronica, sostanzialmente perchè non è pensabile avere il controllo su tutto. anzi, è qualcosa di impraticabile. più che altro io credo che lo spirito del karate possa aiutare a vivere meglio nei momenti difficili e a non adagiarsi sui momenti migliori.

Fabrizio ha detto...

Credo che entrambi si riferiscano a un atteggiamento di continua attenzione ma, sopratutto, all'abbandono della superficialità nel nostro agire quotidiano, atteggiamento che poco si addice a un karateka. Provate a immaginare Shirai fuori dal dojo che compra un libro, legge la prefazione e poi lo butta sul divano; oppure Munari che va a pescare e prepara frettolosamente la canna dimenticandosi di mettere l'esca all'amo...Non riesco proprio a immaginarmeli.
Probabilmente quello che intendevano Shirai e Kase è proprio questo: fare tutto con attenzione, veglia e al massimo delle possibilità, senza mai considerare le nostre azioni come banali.
Se può consolarti: io avevo il seggiolino di mia figlia staccato da ieri. Quando sono andato a prenderla all'asilo avrei dovuto allacciarlo, ma essendo una cosa un pò noiosa e preso dalla fretta ho pensato :"vabbè, lo farò quando arrivo a casa", sono solo 5 minuti...alla seconda curva il seggiolino si è ribaltato insieme alla bambina...meno male che andavo piano...

Al di là della difesa personale credo che applicando lo zanshin alle nostre azioni ci porti anche a vivere meglio e con meno noia...

Insomma un karateka non dovrebbe mai usare espressioni come "Uffa", "Che palle", "Che noia"

OSS

luca ha detto...

I Maestri hanno perfettamente ragione lo spirito del Karateka deve sempre essere così ma non perchè deve continuamente guardarsi alle spale, altrimenti non vivremmmo bene, ma l'attenzione deve sempre essere alta ma solo al momento del bisogno.
" La mente è un tutt'uno con cielo e terra . Il ritmo circolatorio del corpo è simile al sole e alla luna.La legge include durezza e morbidezza. Agisci in armonia con tempo e mutamento. Le tecniche si portano quando esiste un'apertura. La distanza "MA" richiede avanzare arretrare, separare incontrare.Gli occhi non perdono neppure il più piccolo cambiamento . Le orecchie ascoltano in tutte le direzioni." G.F. Deve esserci una perfetta armonia con anima e corpo.................... OSS

Fede Braida ha detto...

Ad una lettura superficiale entrambi i maestri, possono sembrare sospettosi o turbati(a me 1000 avversari un po di preoccupazione me la suscitano)! Chi non fa arti marziali di solito, ci etichetta come rissosi, violenti, aggressivi... Credo invece che nelle parole del maestro Shirai e del maestro Kase ci sia un concetto che va al di la del significato letterale delle loro parole, cioè che la nostra vita è quasi totalmente imprevedibile ed in conseguenza di ciò dobbiamo sempre essere attenti e reattivi a quello che ci circonda. Un karateka non puo trovarsi impreparato!! OSS

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