giovedì 31 dicembre 2009

L'articolo di Vale e Auguri a tutti...

Ecco l'articolo della Vale sul test effettuato dai ricercatori dell'Università.
Auguro a tutti un 2010 ricco di soddisfazioni. Il 2009 è stato un anno di intenso lavoro: 3 lezioni settimanali, tanti stage, gli allenamenti al mattino, gli esami, il corso agonisti...nonostante alcuni momenti di crollo psicofisico il motto del "FARE, FARE e POI ANCORA FARE" è stato applicato con cura e dedizione...Quindi per il 2010 lo scopo principale sarà ZANSHIN, attenzione e concentrazione per cogliere al meglio quanto il nostro maestro ci propone a ogni lezione...
Personalmente vorrei ringraziare per il 2009:
Luca: per aver creduto in me nonostante i miei 35 (grazie per i risultati alla gara intersociale, per il corso agonisti e per l'esame della marrone);
Diego: per il sostegno psicologico, gli allenamenti supplementari e per l'egregio lavoro con i bambini;
Andrea: perchè con grande impegno aggiunge sempre qualcosa a sostegno degli insegnamenti di Luca con noi e di Diego con i bambini;
Cesare: perchè mi fatto capire realmente il concetto di Zanshin. Perchè lui impersona tale concetto;
Davide: beh...perchè mi fa sentire molto vivo nel dojo e poi è il nostro futuro;
Alessandra, Franca, Bea, Eli, Filippo, Filippo, Simo e tutti gli altri: perchè il concetto di gruppo è ben saldo in tutti...

Felice anno
OSS



mercoledì 30 dicembre 2009

Cari amici, vi segnalo che domani sull'Informazione sarà pubblicato un ampio articolo sul test "aggressivo" effettuato in palestra dai ricercatori dell'università, con relative foto (le pochissime a fuoco, prima di perdere il naso). Scusate lo scarso anticipo nella comunicazione, ma volevo essere sicura al cento per cento dell'uscita del pezzo, visto che farò fatica a procurare copie a chi fosse interessato...
Ne approfitto per augurare a tutti buon anno nuovo!
OSS
Valentina

lunedì 28 dicembre 2009

O Waza - Ko Waza - Seite - Hente

Da un'intervista al maestro Kase.


"....quando iniziai la pratica del Karate, i nostri Seniors ci spiegavano che Sensei Funakoshi Gichin era il pioniere del Karate. Ma ci dicevano anche che la grande evoluzione, rivoluzione e sviluppo dello stesso era stato portato a termine da suo figlio Yoshitaka: fu lui a realizzare un Karate più rapido, più forte e dinamico. Sensei Yoshitaka cercava la realtà, l'efficacia, il provare se realmente le tecniche funzionassero contro gli attacchi. Ma la cosa importante
che si deve comprendere è che la grande evoluzione del Karate che portò Sensei Funakoshi Gichin di Okinawa fino al Karate che realizzava Sensei Yoshitaka, fu possibile grazie al concetto di O-Waza (tecnica di lunga distanza), con la massima velocità e potenza. Tuttavia non dobbiamo fermarci a questo concetto, perché la cosa realmente importante è dominare l’O-waza per arrivare ad essere efficaci nello Ko-waza (tecnica di corta distanza).

Lo stesso Gichin Funakoshi giunse ad affermare che il Seite (quando un braccio difende e l'altro contrattacca) è importante, ma lo è ancor di più il lavoro di Hente (difesa e contrattacco con lo stesso braccio) e l’Hente è direttamente collegato alla pratica di Ko-Waza.

Per quanto precedentemente esposto, diviene particolarmente importante comprendere il concetto di O-Waza e come fu storicamente sviluppato. Immaginiamo che la realizzazione di un Tsuki su una distanza di un metro impiegasse un tempo “X”. In sostanza, quello che faceva Sensei Yoshitaka era aumentare la progressivamente distanza, per esempio due o tre metri, tentando di impiegare lo stesso tempo, per ottenere dunque molta più efficacia: da lì sorse l'importanza della posizione di Fudo-Dachi.

Nei tempi di guerra, gli antichi Samurai davano molta importanza ai movimenti realizzati in Ko-Waza cercando l'immediatezza dell'azione, perché ci si giocava la vita nella distanza corta. Poi, in tempo di pace, aumentarono progressivamente i percorsi delle tecniche, centrandosi più sul lavoro di O-Waza, come sistema di allenamento. Per esempio, nel Kendo si realizzavano tecniche di ampio percorso con il fine di sviluppare maggiormente gli arti e fortificare il corpo, ossia come allenamento.

Tuttavia, questo sistema di allenamento ben utilizzato serve per preparare la
muscolatura per poi poter praticare in Ko-Waza con efficacia. Quanto al lavoro delle posizioni, la specialità di Funakoshi (padre) era il Kiba-Dachi. Yoshitaka lo osservò molto e dal frutto delle sue sperimentazioni nacque la posizione di Fudo-Dachi, in quanto lui basava il suo metodo sulle tecniche esplosive e di lungo percorso. Per questo motivo creò la posizione di Fudo-Dachi: perché questo tipo di tecniche realizzate da posizioni come Zenkutsu-Dachi perdono gran parte della loro efficacia. La stessa cosa accade con i differenti tipi di spostamenti, da Fudo-Dachi possiamo spostarci e cambiare di direzione con la massima velocità e stabilità, il che non accade con altre posizioni. Un esempio chiaro della ricerca di maggior distanza e profondità nelle avanzate di un Tsuki lo abbiamo nella sequenza tecnica di: “Fumi Komi-Soe Ashi ; Gedan Tsuki–Soto Uke” del Kata Empi"

domenica 27 dicembre 2009

KAN BAI

Ciao,
ho inserito una poesia scritta dal Maestro Shirai. PER LEGGERLA BENE DOVETE "CLICCARE" SULLA POESIA CON IL MOUSE.
Oss
Diego

lunedì 21 dicembre 2009

Dimostrazione al Palazzetto dello Sport


Auguri a Tutti di Buona Natale e Complimenti

Ciao mi è arrivata oggi questa foto da Andrea, il papà della Veronica. Complimenti a tutti voi per la dimostrazione. Avete altre foto?



giovedì 17 dicembre 2009

Goshindo: Il Maesto SHIRAI a Reggio Emilia

Ieri, Mercoledì 15 Dicembre, abbiamo nuovamente avuto il piacere e l'onore di praticare assieme al Maestro Shirai, un vero Maestro di Karate 9° DAN che, con la sua presenza, ci ha fatto un bellissimo regalo di Natale.

Aggiungo inoltre che sarebbe "bellissimo" poter avere IL MAESTRO ospite a Parma, permettere quindi anche nella nostra città di conoscere il Karate Tradizionale Shotokan.

Oss
Diego


mercoledì 9 dicembre 2009

Stage Nazionale ISI: “Come un artigiano ….”

Ciao a tutti,
Martedì 8 Dicembre siamo andati allo stage nazionale ISI (Istituto Shotokan Italia) scuola di alta specializzazione del Maestro Shirai. Pur essendo un giorno di festa, inserito in un lungo ponte, saremmo stati in 400.

Come potete ben immaginare seguire le lezione del Maestro è sempre un momento unico ed emozionante, è l’occasione per riceve delle perle da custodire, dei messaggi da conservare su cui costruire i propri progressi. Capire dove vuole arrivare non è mai immediato e se anche lo si capisce arrivarci diventa una missione possibile solo con l’aiuto del proprio Maestro.

Ogni movimento, ogni tecnica ogni correzione non è mai casuale ne tanto meno superflua, è un susseguirsi di intuizioni che il Maestro Shirai elabora, trasforma per perfezionare il nostro Karate.

La cosa più bella che vedo a questi stage e la vivo come lezione di umiltà diretta a noi che guardiamo, è come i nostri Maestri (e qui parliamo veramente di grandi) e agonisti di livello mondiale si lascino continuamente plasmare dal Maestro, nulla è mai perfetto c’è sempre margine al miglioramento, non si è mai arrivati.

Una frase detta ieri dal Maestro, che mi è rimasta particolarmente impressa, è stata:

“Dovete lavorare come un artigiano, 100 volte fai, 100 volte non sbagliare , 100 volte dai il massimo. Se il massimo lo puoi dare 10 volte, allora fai solo 10, l’undicesima è una perdita tempo”.


Oss
Diego

Auguri dal Ju-Jitsu Center di Parma

Ciao,
condivido con voi gli auguri che mi sono arrivati dal Ju-Jitsu center di Parma, la cui direzione tecnica è del pluri campione Marco Baratti.

Contraccambio a nome di tutti.

lunedì 30 novembre 2009

UNSU Training in the West Bank Shotokan Karate Dojo (Minnesota)


Hi Diego,
Here is my blog on training Unsu at our dojo. We have also just
started a Facebook page for West Bank Shotokan Karate. Search West
Bank Karate Club or West Bank Shotokan Karate and you'll find us.
Join us and you can watch a movie I made of people training at our dojo.
When I was a young man, and at the beginning of my karate career
decades ago now, I dreamed of learning the kata Unsu and flying high
in the spectacular 360 degree spinning jump. That kata was always a
dream in the distance as I put my best efforts to more fundamental
forms such as Basai Dai, Hangetsu and Nijushiho. Before I knew what
had happened to time, years had passed, my children have grown older,
and my body lacks the spring and easy healing of my youth. But, in my
middle age I have become restless, searching to find something that
can revitalize me and spark the energy of youth hiding within my
heart. I looked at new cars, maybe taking a long holiday with my
wife, or possibly an adventure on my own. None of these worked and I
felt myself searching for a new kata when I was training, but what was
I looking for?
It started a year or two ago after recovering form knee surgery, and I
realized that I had been training the kata Nijushiho for ten years and
when my instructor asked me what my favorite kata was my mind was
blank for an answer. After ten years of Nijushiho I found myself
wanting to learn something new and before I could take charge of my
tongue I replied, "Unsu sensei". I got a very confused look from
Sensei Nina Chenault and she said, "I thought you did Nijushiho?" "I
do sensei, but I think I want to switch." I replied. This led to a
discussion of how well did I know it, did I feel comfortable with the
jump or dropping to the floor after having knee surgery and was I
really sure that was the kata I wanted to learn. My heart kept
saying, "I'll try my best sensei."
So, beginning in August in preparation for a guest instructor, Sensei
Seth Rosenthal First PLace men's Kumite & Kata for the IKF/AAKF
national tournament held here in Minneapolis in June of 2009, we began
training the kata Unsu during black-belt only classes. We spent two
months with learning only the outside moves, proper foot and body
positions, and transition angles. This was a big hurdle for me since
I am almost 6 foot tall and weigh over 170 lbs, and have long legs on
top of it all. Since this kata relies on cat stance, dropping below
an attackers mawashigaeri, and jumping 360 degrees with a spin, it's
not an easy kata for a tall long-legged man. However, Unsu was
beginning to grow on me and I began to feel the spark of youthful
excitement that was propelling me to keep going, to learn more. For
the next two months I have been learning more inside moves, how to
properly transition between stances, from nekoashi dachi to sochin
dachi to zenkutsu-dachi, drop and get up and double pressing block
with kiba-dachi. All the spins and turns require inner thigh strength
and loose flexibility completed with resounding kime force on impact
of each punch, strike and block. When it's time to jump, I have found
the key is not height, but being compact, not easy for a tall man with
long legs. But, now that I know that I don't have to go high, my
fears of landing hard have diminished, it's all about timing. As long
as I open my legs, hands, and feet at the same time when I complete my
jumping spin, I land without injury and my 40+ year old body cheers
with glee! My middle age toy to regain my youth has been found, not
in a new car or fancy holiday, but an ancient kata that was always in
the dreams of my karate youth. I have found Unsu, and that's enough
for me.
So, the kata nijushiho will always be with me and I can always train
with it as my foundation and true core of my karate. However, I am
enjoying the youthful ride in a new kata finding joy with new
discoveries and reveling in the excitement of working on a kata
usually considered a "young persons" kata. I have lost weight, become
stronger and more flexible, but most importantly, found new self-
confidence in myself and my karate. So when sensei separated us on
the training floor, by each of us going to a section where others are
training similar kata together, I found myself alone while all my
fellow nijushiho people looked over and smiled. In my heart I smiled
too, regardless of how my Unsu looks, I am following my heart and
keeping my focus on my dream.
Sorry this is so late coming, but I hope it makes sense and is
enjoyable to read.
Take care my friend and keep in touch!
Tom Meagher

lunedì 23 novembre 2009

IL NOSTRO BLOG

Ciao a tutti,
ho notato …. e non ci voleva un genio che, salvo qualche rara eccezione, nessuno scrive più sul BLOG. Immagino che le restrizioni date in passato vi abbiano inibito e anche infastidito. Il BLOG era una novità per tutti e nessuno sapeva come gestirlo nel modo migliore, il BLOG è un BLOG altrimenti diventa un sito dinamico che è un’altra cosa.

Vi invito nuovamente a riprovare, scrivete pure quello che volete, anche vostre idee o proposte o racconti inerenti alla vostra pratica, giusto per far rinascere questa bella iniziativa che altrimenti sta diventando un binario morto.

Il BLOG ha senso che venga gestito da chi vive il gruppo, la palestra e la federazione quindi da tutti noi.

Oss
Diego

venerdì 13 novembre 2009

Non solo karate...

...ma anche abbuffate e bevute!
Una delegazione tutta al femminile dello Shun Ku Kan la settimana scorsa ha fatto una piccola escursione in quel di Scurano, nonostante pioggia e freddo, per un bel pranzo in compagnia.

Il menù:
- antipasti a base di tramezzini e patatine
- pasta al pesto
- creme brulè
- torta al cioccolato
- gelato
- vino rosso
- passito
- acqua :D
Alla fine, pancia piena e relax, con passeggiata molto breve causa pioggia.
notare la posa finale: si tratta di un nuovo kata di cui non possiamo rivelare niente. E' segretissimo. Un kata talmente superiore che vi lascio solo immaginare... :D
OSS!

10° DAN al Maestro Nishiyama (dal sito dell'ITKF)

(Los Angeles, CA)

In a somber ceremony on October 10, 2009, Mr. Richard Jorgensen, Chairman, International Traditional Karate Federation presented Sensei Hidetaka Nishiyama with his 10th Dan posthumously.
Sensei Nishiyama’s daughter, Ms. Nami Nishiyama, received the award on behalf of her father. When presenting it, Jorgensen said, "Your father always said he never wanted to achieve the level of 10th Dan because he believed to do so and acquire the highest rank meant that his learning and his life would be over. Thus, he would never accept the rank while he lived. He believed there was always more to learn and more to improve and he lived his life in search of that growth and development. It is my honour to present this on behalf of the ITKF Technical Committee and all of his students."
Ms. Nishiyama said, "I believe that my father is still among us, in the air that gives us life and the earth that supports us. His spirit will continue to live through his students around the world as they continue to study and grow."
The presentation took place on October 10 – the birth date of the late Sensei Hidetaka Nishiyama. The ceremony was on the occasion of the grand opening of the Budo and Japanese Sports Center in Stara Wies, Poland and the ITKF V World Cup.
He passed away in November, 2008 at the age of 80 years. "It is fitting that the ceremony takes place on the anniversary of his birth as we remember Sensei Nishiyama as our instructor and recognize that his work continues." Jorgensen said.

mercoledì 11 novembre 2009

Una curiosità: Le bambole Daruma

Le bambole daruma (達磨, daruma), dette anche bambole dharma, sono figurine votive giapponesi senza gambe né braccia, che rappresentano Bodhidharma (Daruma in giapponese), il fondatore e primo patriarca dello Zen. I colori più comuni sono: rosso (il più frequente), giallo, verde e bianco. La bambola ha un volto stilizzato da uomo con barba e baffi, ma gli occhi sono dei cerchi di colore bianco. Usando dell'inchiostro nero, bisogna disegnare un solo occhio esprimendo un desiderio; se il desiderio dovesse avverarsi, verrà disegnato anche il secondo occhio.
A causa del loro basso centro di gravità, alcuni modelli di bambola daruma si raddrizzano da sole dopo essere state spinte da un lato. Per tale motivo sono diventate un simbolo di ottimismo, costanza e forte determinazione. Queste bambole derivano da un modello più antico di bambola che si raddrizza da sola, nota come il "piccolo monaco rotondetto" o "piccolo monaco sempre-in-piedi" (Okiagari-koboshi). Una filastrocca per bambini del XVII secolo descrive le bambole daruma dell'epoca in modo assai simile alle loro raffigurazioni moderne:

Hi ni! fu ni!
Fundan Daruma ga
Akai zukin kaburi sunmaita!
Una volta! Due volte!


Sempre il Daruma di rosso vestito
Incurante torna seduto!

Alcune bambole recano delle scritte sulle guance che descrivono il desiderio che il proprietario ha espresso, p.e. una richiesta di protezione per i propri cari. Il cognome del proprietario può essere scritto sul mento. Fino a che il desiderio non viene esaudito, la bambola viene esposta in un punto sollevato della casa, di solito vicino ad altri oggetti importanti come il Butsudan (un altare domestico buddista). È normale possedere una singola daruma per volta.
Le bambole Daruma di solito vengono acquistate all'interno o nelle vicinanze dei templi buddisti giapponesi, e hanno dimensioni variabili tra i 5 ai 60 cm d'altezza. Se la bambola daruma è stata comprata all'interno del tempio, il proprietario può riportarla perché venga bruciata. Le bambole comprate presso un tempio spesso sono marchiate e la maggior parte dei templi rifiutano di bruciare bambole che non hanno il loro marchio. Le bambole di solito vengono bruciate alla fine dell'anno. È un rituale di purificazione per far sì che il kami sappia che la persona che ha espresso il desiderio non ha desistito, ma è su un'altra via per realizzarlo.

giovedì 5 novembre 2009

Shun Ku Kan

Un maestro di spada, ormai anziano, dichiarò:
" Nella vita, ci sono diversi gradi di apprendimento. Al primo si studia ma non si ricava niente e ci si sente inesperti. Al livello intermedio l'uomo è ancora inesperto, ma cosapevole delle proprie mancanze e riesce anche a vedere quelle altrui. Al livello superiore diventa orgoglioso della propria abilità, si rallegra nel ricevere lodi e deplorala mancanza di perizia dei compagni" (...)

"Questi sono i livelli in generale. ma ce n'è uno che li trascende, ed è il più eccellente tra tutti. Chi penetra profondamente in questa Via è consapevole che non finirà mai di percorrerla. Egli conosce veramentele proprie lacune e non crede mai, per tutta la vita, di aver raggiunto la perfezione. Senza orgoglio, ma con modestia arriva a conoscere la Via" (...)

Il Samurai avanza giorno dopo giorno. oggi diventa più abile di ieri, domani più di abile di oggi. L'addestramento non finisce mai

(Tratto dal Hagakure)


Oggi, per la prima volta pubblico un post.
Volevo condividere con voi questo brano, che mi sembra rispecchi il nome della nostra palestra.
Shun Ku Kan: sempre più in alto, tendi alla perfezione.

L'addestramento non finisce mai.

Oss.

venerdì 23 ottobre 2009

CAMPIONATI EUROPEI ETKF


Ciao,
eccomi nuovamente on-line, "reduce" da 8 ore di servizio ai campionati Europei ETKF. E' stata un'esperienza interessante e le finali le posso definire spettacolari ed esaltanti!!!!

L'Italia l'ha fatta da padrone, salendo sul podio in tutte le specialità, primi nel Kumite individuale e a squadre maschile, Fukugo maschile, Kata Individuale maschile (primo e secondo posto), secondi nel Kata a squadre maschile e primi nel Kata a squadre femminile.

I risultati delle atlete non li so perchè non ero di servizio in quel tatami.

La finale disputata da Marco Bacchilega contro un'atleta polacco è stata spettacolare e carica di tensione, le due tifoserire, italiana e polacca, si sono alternate in cori di incitamento diretti ai rispettivi campioni. Visto da fuori Marco Bacchilega faceva veramente PAURA, carico, concentrato e determinato a vincere per tutta la sua squadra, e così è andata!!! Stesso copione nella finale a squadre, sempre Italia contro Polonia.

Superbi i Kata individuale e a squadre, "peccato" il secondo posto per il Kata a squadre causato da una penalità per un errorino di forma nel saluto, ma l'esecuzione del Kata UNSU e del relativo bunkai è stata da 10 e lode. Bellissima e perfetta anche la squadra femminile. Ho messo qui sotto alcune delle foto che sono riuscito a fare durante la manifestazione.

Oss
Diego






































































lunedì 19 ottobre 2009

Stage Regionale FIKTA

Domenica alla Stage regionale FIKTA hanno partecipato 10 tra bambini e ragazzi del nostro gruppo dei "giovanissimi". Al prossimo appuntamento regionale estenderemo "l'invito" anche ai nuovi che hanno cominciato quest'anno. Lo stage ha riscosso molto successo, hanno partecipato 350 praticanti provenienti da tutta l'Emilia Romagna.

Grazie a tutti per la partecipazione e ai genitori che si sono resi disponibili a seguire il gruppo e ad Andrea e Fabrizio per l'indispensabile supporto.




















































domenica 11 ottobre 2009

Le Origini

Ciao,

volevo segnalarvi questo video, personalmente lo ritengo bellissimo.

venerdì 25 settembre 2009

Parigi: Memorial Taiji Kase

Eccomi,



sono rientrato iero notte dopo una due giorni veramente intensa!!! E' stata una gran bella esperienza, ho conoscoiuto nuove persone che, credo, divverranno nuovi amici di pratica, in tutto eravamo una delegazione di 110 Italiani provenienti da tutte le regioni.


Le due sessioni di allenamento sono state interessantissime, il Maestro Shirai ha condotto magistralmente lo stage, alternando la pratica del Goshindo a quella dei Kata ai Kyon per poi passate allo studio del Kumite e dei Bunkay.





In due giorni il Maestro si è soffermato su talmente tanti dettagli che ci sarebbe da studiare per anni. Come sempre il Maestro è stato assistito dai suoi bravissimi alievi, non che grandi Maestri, Fugazza, Marchini, Cardinale, Campari, Giacobini, Conterelli, Cerruti, Moffa ecc..

Il Maestro ha sottolineato alcuni aspetti della pratica che erano cari al Maestro Kase e che sono alla base del nostro studio, la respirazione, le tecniche a mano aperta (studio del kata goshin Tai Hei Ich e sue applicazioni), i tre kata Tekki, ha inoltre raccontato alcuni aneddoti che hanno reso ancora più interessante lo stage.

La foto con il Maestro Shirai, che ho inserito in questo blog, è la cosa più cara che mi sono portato via dallo Stage, ho avuto la possibilità di scambiare quattro parole con il Maestro che si è dimostrato gentilissimo e soprattutto, la cosa che più mi ha sorpreso, è che si ricordava di me.














Ringrazio inoltre i Maestri Alessandro Ferrari e Piero Macino, Eliana e l'amico Michele per la bella compagnia.





lunedì 14 settembre 2009

Due Campioni

Ciao,
ecco due campioni da prendere ad esempio, Nazzario Moffa e Matteo Leone.


venerdì 11 settembre 2009

Il nostro Diego

Fenomenale...quando il karatè è dinamico e veloce...

martedì 8 settembre 2009

Sito dedicato al Maestro Taiji Kase

Buongiorno,
vi consiglio di andare a visitare questo sito realizzato dalla figlia del Maestro Taiji Kase, Sachiko, dedicato a suo padre.

http://www.senseikase.com/

E’ veramente bello!!!

giovedì 27 agosto 2009

Lettera da Minneapolis dell'amico Thomas Maeger del West Bank Karate Club

This summer Minneapolis hosted the American Amatuer Karate Federation
(AAKF) national championships and summer camp. Attendance was good
and the North Central Region (which includes Minnesota & Iowa)
performed very well with Seth Rosenthal form Iowa winning first place
in mens kumite and second place in mens kata. By winning top honors
in both categories Seth Rosenthal will represent the AAKF at teh Pan
American games in South America in October. We are very proud that
one of our karateka from this region will be competing at such as
prestigious level!
This summer also marks first, in regard to the first national
tournament and summer cam held here in Minneapolis without Master
Nishiyama present to instruct and preside over all the activities,
classes and competition. All events ran smoothly, but the the there
was a spirit lacking here as we all missed Master Nishiyama being here
since his passing last fall. There is much discussion and meetings of
the top instructors from each region of the AAKF, but decisions on the
direction of the AAKF for the future is still uncertain.
Here at the West Bank Karate club we are training hard and preparing
for our own celebration as we recognize the 30th anniversary of our
dojo and instruction by Sensei Nina Chemault. Sensei Chenault began
the club in September of 1979 and been the chief instructor since the
very beginning. In teh past few months old faces have been joining
the new as people who have taken time off from training have returned
to join many new people and our club continues to grow and prosper.
We are currently training at our new dojo in Minneapolis, Minnesota
where we have several programs available under the new name of
"Movement Arts Center (http://www.movementartscenter.org/) where
people can train in Karate, Tai Chi, Yoga, Ki Gong and as well as
several youth programs and camps.
Times are changing here and everywhere and what the future holds can
only be guessed at, but in teh mean time we continue to train and
follow the teachings of master Nishiyama and the promotion of Shotokan
Karate.
Tom Meagher
3rd Dan
West Bank Karate Club
Minneapolis Minnesota

lunedì 17 agosto 2009

Lunedì 31 Agosto ricominciamo

Ciao,
Lunedì 31 Agosto ricomiano le lezioni per gli adulti, corso unico il Lunedì e Mercoledì. Inizio ore 20,15.

I Bambini riprenderanno il 15 di Settembre.

domenica 2 agosto 2009

Cronache estive


Ciao a tutti!
Ecco a voi un paio di foto, direttamente dalla mia estate: la prima ritrae Torre Sant'Emiliano, sulla litoranea Castro-Otranto; la seconda è proprio Castro, il mio paese, con torre del Castello, ulivi, mare e costa. Non manca proprio niente.
Mi manca molto,invece, l'allenamento in palestra, anche se non posso di certo lamentarmi: vado al mare tutti i giorni e nuoto tutti i giorni. Un modo alternativo per restare in forma.

Baci e abbracci dal Salento

Alessandra

venerdì 17 luglio 2009

BUONE FERIE A TUTTI

Ciao,
la stagione 2008/2009 si sta concludendo e per molti si è già conclusa, finalmente siamo vicini alle vacanze, quindi auguro a tutti buone ferie e ci rivediamo a Settembre…. tenetevi in forma…. almeno un pochino.

Colgo anche l’occasione per fare un grosso “in bocca al Lupo” all’Elisa e la Valeria per la laurea.

Oss
Diego

lunedì 6 luglio 2009

Stage JKA

Si è svolto ieri (Domenica 5 Luglio) presso il Centro Sportivo Saini (MI) lo stage di specializzazione targato JKA Italia. Sono intervenuti i Maestri, Shirai, Naito e Ochi. Sono state tre ore di intenso lavoro, in cui i Maestri si sono alternati tra i tre gruppi in cui siamo stati divisi.

Il Maestro Hideo Ochi, dopo averci diviso su otto file ci ha fatto eseguire dei Kyon basati sulle tecniche fondamentali i quali veniva compilati da rotazioni e tecniche di calcio. La lezione si è conclusa con i Bunkai lineari di Heian Nidan e Sandan, stile JKA.

Il Maestro Naito ha cominciato con tecniche di Kumite eseguite in modo fluido e dinamico, studio dell’anca nella combinazioni di calcio e pugno per poi proseguire con uno studio minuzioso del Kata Bassai Sho, sviscerato in tutti i suoi punti.

Abbiamo concluso con la superba lezione del Maestro Shirai, studiando il Kata Meikyo e il relativo Bunkai e concludendo con tecniche applicate di Goshindo. Pur essendo la terza ora di allenamento in un palazzeto gremito e con un caldo soffocante il Maestro ha sprigionato una tale carica, una tale energia che anche quest’ultima ora è volata.

venerdì 3 luglio 2009

Il Maestro Choki Motobu

Il maestro Motobu, da tempo dimenticato dagli storici del karate, è ora al centro di un rinnovato interesse. Se è vero che il karate fu introdotto in Giappone nel corso del 1920 e i maestri più famosi giunti da Okinawa furono Gichin Funakoshi (Shotokan), Chojun Miyagi (Goju-ryu) e Kenwa Mabuni (Shito-ryu), in Giappone erano presenti anche altri maestri altrettanto famosi (almeno ad Okinawa) come Kanken Toyama, Moden Yabiku, Kanbum Uechi e il nostro Choki Motobu, fra tutti questi forse la personalità più interessante e stimolante. Diversamente da Funakoshi, Miyagi e Mabuni, Choki Motobu non lasciò dietro di sé una scuola e non organizzò mai i suoi metodi in un sistema formale: il suo era un allenamento continuo, senza il tempo di adottare regole o canoni. Choki Motobu nacque a Shuri, la vecchia capitale di Okinawa, nel 1871. Qui iniziò ad apprendere il karate sotto Anko Itosu, che veniva a casa sua soprattutto per istruire il fratello maggiore Choyu, il primogenito dei Motobu. Durante l’allenamento i due fratelli bisticciavano, e spesso Motobu perdeva la concentrazione. Non completamente soddisfatto dell’insegnamento impartitogli, Motobu iniziò a frequentare di nascosto i maestri Matsumura e Sakuma, continuando però sempre l’allenamento sotto Itosu. Alla fine Itosu e Motobu entrarono in confidenza, e Itosu raccontò a Motobu gli ultimi istanti di vita di uno dei sui maestri, Nagahama. Dapprima infatti Itosu aveva iniziato ad imparare con Matsumura, ma questi lo considerava una testa dura e pare che non gli insegnò molto. Itosu allora si recò da Nagahama, che era più grande di lui solo di un anno. L’allenamento con Nagahama di Naha era essenzialmente fisico, mirato a migliorare la resistenza del corpo e la forza dei colpi. Tuttavia, sul letto di morte, Nagahama confessò ad Itosu di non essere più molto convinto di quel tipo di allenamento e gli suggerì di tornare presso Matsumura e continuare a studiare con lui per migliorare qualità come la velocità, la flessibilità del corpo e la scioltezza dei movimenti.

In gioventù Motobu si era fatto la fama di attaccabrighe, ma fu solamente dopo il trasferimento ad Osaka nel 1921 che fu riconosciuto come maestro di arti marziali. Ciò che portò Motobu all’attenzione dei giapponesi fu la sua vittoria contro un pugile occidentale non meglio identificato.
Agli inizi del 1900 i combattimenti tra pugili occidentali e praticanti di ju-jitsu e judo (il karate era ancora ignoto) erano frequenti. Si trattava di combattimenti non ufficiali, un passatempo secondario. I risultati di tali incontri a volte sono stati registrati: nel 1928 il peso-gallo Packy O’Gatty mise KO un ju-jitsuka chiamato Shimakado in 14 secondi (compreso il conteggio). Anche E. J. Harrison, nel suo libro Lo spirito Guerriero del Giappone (1913, trad. it. LUNI), è a conoscenza di incontri tra pugili e judoka. Non si trattava di incontri tra professionisti, ma ciò bastava a risvegliare l’interesse della popolazione. Questo è lo sfondo sociale in cui si colloca anche l’episodio che rese famoso Motobu, e inorgoglì gli okinawensi.



Dopo che Motobu si stabilì in Giappone, andò come spettatore ad un incontro tra pugili e judoka. Un pugile in particolare mise KO molti avversari, e alla fine sfidò pubblicamente chiunque avesse avuto il coraggio di battersi con lui. Choki Motobu che era seduto tra il pubblico si diresse verso il ring, accettò la sfida e vinse. Sull’andamento dell’incontro è impossibile qualunque ipotesi. Motobu avrebbe vinto grazie ad un singolo colpo risolutore, come vorrebbe il reportage dell’incontro, pubblicato sulla rivista King (Settembre 1925, n. 9, pp. 195-204: King era una delle riviste più importanti del Giappone, con un tiraggio di oltre un milione di copie), o dopo diversi scambi di colpi. Gli studiosi che si sono occupati di rintracciare qualche episodio di verosimiglianza in quest’incontro, disperano di poter venire a capo di quella che sembra l’unica evidenza: Motobu, a 57 anni, fu il vincitore. Tuttavia, nonostante il pezzo in questione sia poco più di un resoconto immaginario che una cronaca dell’incontro, la pubblicità per Motobu e per l’ancora oscuro karate fu immensa. Secondo King, insomma, Motobu mandò giù il pugile con un colpo a mano aperta; per Seiyu Oyata, invece, moderno esperto di karate di Okinawa, Motobu vinse la lotta calciando il pugile prima al plesso solare e finendolo con un colpo al collo. Shoshin Nagamine (Matsubayashi Shorinryu), che annovera Motobu fra i suoi maestri, racconta il knockout avvenne alla terza ripresa, e il colpo risolutivo fu un attacco alle tempie. Motobu colpì così forte che il pugile perse sangue dalle orecchie. A Nagamine Motobu disse di aver vinto cento yen puntando su se stesso.
Senza dubbio, Motobu fu un combattente straordinario. Hironori Otsuka, il fondatore del Wado-ryu, conobbe Motobu negli anni trenta e lo ricordava come “un combattente davvero molto forte”. Otsuka ricorda anche di aver assistito ad un allenamento tra Motobu e il pugile chiamato “Piston” Horiguchi. Motobu anticipava tutti gli attacchi di Horiguchi, che non riuscì mai a colpirlo e alla fine si arrese. Nel 1932, quando aveva 60 anni, un gruppo di immigrati okinawensi alle Hawaii lo chiamarono per combattere contro alcuni judoka e pugili che continuavano ad infastidire la loro comunità: nessuno incontro ebbe luogo, perché la sua brutta fama aveva preceduto Motobu e non gli fu permesso di soggiornare. Motobu nacque in una famiglia di alto rango, ma l’istruzione (culturale e marziale) fu riservata, come di norma al primo figlio nato (Choyu Motobu, gran maestro di ti okinawense). Nonostante questo, la voglia di diventare il più forte, lo spinse ad osservare gli allenamenti del fratello e partecipare almeno da piccolo alle lezioni che Itosu veniva ad impartire quasi quotidianamente a casa sua (7-8 anni durò l’allenamento con Itosu: un tempo ragguardevole per quei tempi). Si allenava da solo sollevando pesi e costruendosi makiwara che colpiva un numero impressionante di volte. Oltre ad essere molto forte, era anche molto agile, qualità che gli valse il soprannome di saru “scimmia”.

Per Motobu, un buon allenamento era quello di recarsi a Naha e cercare di scatenare qualche rissa. La pratica della lotta era per lui l’allenamento migliore. Per questo suo carattere, non gli fu facile accedere all’addestramento presso i maestri più rinomati, i quali tenevano al buon nome della loro arte. Comunque iniziò con Itosu, per poi allenarsi con il gran maestro del Tomari-te Kosaku Matsumora (1829-1898) e poi con Sakuma sensei. Si sa di un combattimento (forse di tegumi) con Kentsu Yabu, che Motobu considerava un po’ il suo maestro. Fu una delle rarissime volte che Motobu dovette imparare la lezione. Di stazza doveva essere poco più grande di alcuni degli altri primi pionieri del karate giapponese come Funakoshi, Mabuni e Konishi, anche se di una forma molto più pesante. Le fotografie che noi abbiamo lo mostrano già avanti negli anni, e un poco ingrassato, anche lo sviluppo della sua muscolatura non sembra impressionante. Se questa sua propensione al combattimento reale sembra in contrasto con la normale filosofia dei maestri di cui siamo abituati a conoscere la filosofia, per altri aspetti Motobu sembra essere un tradizionalista puro. Si era infatti specializzato in un numero ristrettissimo di kata, dai quali però aveva tratto tutto quanto riteneva utile. Fra tutti, prediligeva il kata Naihanchi (Tekki-shodan nella versione di Shotokan) e praticava anche Passai e Gojushiho (non stupisce, dal momento che era il kata preferito di Kentsu Yabu); conosceva anche gli altri kata, che nomina nei suoi scritti pervenuti. Il suo Naihanchi, dalle foto che abbiamo, è ottimo, migliore di quello di Funakoshi. Questo kata era studiato ed insegnato in ogni minimo dettaglio. Ad esempio il namigaeshi (l’onda che ritorna) era interpretato come un movimento per attaccare la gamba dell’avversario (ora è insegnato come una parata contro un attacco di gamba) e di conseguenza molti karateka poggiavano a terra la gamba con forza. Anche Motobu eseguiva la tecnica come un attacco eseguendo il kiai, ma la poggiava a terra velocemente senza sbattere, perché era convinto che sbattendo la gamba si perdesse l’equilibrio e la difesa ne potesse risentire. Si è molto discusso se Motobu fosse a conoscenza dei kata Pinan. Un aneddoto riportato da Genwa Nakasone nel giornale Karate no Kenkyu del 1934, rivela delle sorprese: “Mi interessai alle arti marziali fin da bambino, e studiai con molti insegnanti: con Itosu sensei per 7-8 anni. Dapprima lui visse in Urasoe, poi si trasferì a Nakashima Oshima a Naha poi su a Shikina, e finalmente alla villa del Barone Ie. Passò lì i suoi ultimi anni, vicino la scuola media. Un giorno lo andai a trovare, ci sedemmo parlando di arti marziali e di altri argomenti. Mentre ero là, si aggiunsero anche 2 o 3 studenti a parlare con noi. Itosu sensei si rivolse a loro e chiese di mostrargli un kata. Il kata che fecero era molto simile al Channan che avevo imparato anche io, ma con alcune differenze. Chiesi allora agli studenti di che kata si trattasse, e questi risposero che si trattava del kata Pinan. Gli studenti andarono via poco dopo, e io mi rivolsi ad Itosu sensei e gli dissi “ho imparato un kata chiamato Channan, ma il kata che quegli studenti hanno eseguito era diverso. Come mai?” Itosu sensei rispose “ Sì, il kata è lievemente diverso, ma è questo che poi ho deciso di insegnare. Gli studenti mi hanno detto che il nome Pinan è migliore, e ho seguito il parere dei giovani”. Ciò dimostra, in maniera indiretta, che Itosu rivisitò sempre i kata che aveva creato per la scuola, fino alla fine dei suoi giorni. In questo studio minuzioso del kata, Motobu è ancora un erede dell’antica tradizione okinawense. Pare che in tarda età volesse tornare ad Okinawa per perfezionare i suoi kata con il maestro Kentsu Yabu, ma non ebbe l’occasione di realizzare questo desiderio. Alcuni dei suoi esercizi a coppia sono stati pubblicati in Ryukyu Kempo Karatejutsu, pubblicazione del 1926. Ora, va notato che Motobu non parlava correttamente giapponese, cosa che probabilmente lo limitò molto a differenza degli altri karateka okinawensi in Giappone. Il librò fu dunque probabilmente dettato. Il suo, come già detto, era un karate mirato all’efficacia, con gomitate e ginocchiate ai punti deboli, ed un uso peculiare del keikoken (pugno con una nocca sporgente), tecnica che Motobu allenava in maniera particolare.

giovedì 25 giugno 2009

Domani mattina 5.45 Shochugeico


Domani mattina (Venerdì 26) solito appuntamento mattutino. Chi viene?

(P.S. se non trovo qualche adesione entro le 17.00 io domani mattina non mi presento e chiudiamo qui il ciclo estivo, se ne riparla in Autunno)

Oss
Diego


giovedì 18 giugno 2009

Shochugeiko, allenamento di mezza estate

Ci vediamo domani mattina alle 5.45 solito posto.
Oss
Diego

domenica 14 giugno 2009

Stage Provinciale a Scandiano

Si è svolto ieri a Scandiano lo stage provinciale di Karate Shotokan tradizionale. Nonostante la bella giornata e il caldo pazzesco il numero dei partecipanti è stato veramente elevato. Purtroppo non ho immagini della bella mattinata trascorsa assieme, per riassumere quello che i Maestri Guidetti e Munari, entrambe 6° DAN, ci hanno voluto trasmettere ho scelto questa bella immagine del Maestro Shirai, credo non abbia bisogno di nessun commento.

Oss


Diego