giovedì 19 febbraio 2009

I kion personalizzati di Luca

Ogni volta che Luca cambia la sequenza dei kion è apparentemente un dramma: il cervello (parlo per me ma credo che ci siano dei meccanismi validi per tutti) perde il suo punto di riferimento perchè crollano l'abitudine e la ripetitività del gesto. In realtà dietro questo aspetto che ci manda in tilt si nasconde un altro elemento di fondamentale importanza: l'allenamento della mente all'imprevisto. Ovvio che non è semplice e sbagliare non piace a nessuno però, al di là di questo, oltre al gesto meccanico del corpo, alleniamo la mente all'atteggiamento vigile del karatè.
Riporto la sequenza di ieri sera e chiedo scusa se ci sono errori nei nomi delle tecniche:

1.Mae geri-yoko geri
2.Indietro gedan barai-jaku zuki-uraken
3.Avanti mawashi geri-yoko geri-uraken-jaku zuki
4.Matè-kizami mae geri-mae geri-ren zuki
5.Kizami mawashi geri-mawashi geri-jaku zuki-uraken
6.Kizami mae geri-ushiro geri-uraken jaku zuki
7.Matè.

OSS

4 commenti:

Diego ha detto...

Ciao Fabrizio, tranquillo è normale, ci vuole abitudine al cambiamento degli schemi mentali. Mi permetto di dire questo perchè proprio Martedì, dopo l'allenamento con il Maestro Munari, mi sentivo un emerito demente!!! Non sto esagerando, non ho mai patito tanto un allenamento. Il Maestro ci ha fatto fare tecniche di Kumite, un pò più complicate del solito (per il mio livello) e io ci sono rimasto dentro.... per non parlare del Bunkay di Cin-te...

Mi sono vergognato tantissimo… tecnica e passione, purtroppo, non vanno di pari passo.

Alessandra C. ha detto...

parlavo con andrea di questa cosa proprio qualche giorno fa. cioè del fatto che l'avanzamento fisico e l'avanzamento mentale non sempre vanno di pari passo. può capitare di aver interiorizzato teoricamente qualcosa e di non riuscire ad eseguirla del tutto correttamente perchè manca una certa predisposizione fisica, ma in questo casa il karate permette ad ognuno di adattare le tecniche alle proprie possibilità. l'ostacolo maggiore, quindi, è adeguare la mente alle cose nuove, ai "non schemi". in effetti i kion personalizzati sono utilissimi per superare questo gap fra mente e fisico.

Fede Braida ha detto...

Sei un grande!!!! Ho pensato di mettermi un registratore come gli informatori nei prossimi allenamenti cosi da avere l'audio di quello che abbiamo fatto... si può fare no??

Bea ha detto...

sì, è una dicotomia che credo valga un po' per tutti me inclusa. A volte è un problema di memorizzazione (non mi ricordo di una volta in cui il tempo mi sia sembrato troppo), altre, se si affrontano tecniche più complesse, diventa un problema anche di interiorizzazione e il panico nel mio caso aumenta; se poi concorrono tutt'e due si va in palla che è una bellezza. Che dire, io spingo i miei sforzi al massimo, del resto purtroppo i tempi di assimilazione non sono controllabili dalla volontà della persona (magari!)e nel mio caso, mio malgrado, piuttosto lenti. Adesso, dopo oltre un anno va già (relativamente) meglio, coi khion almeno...nei bunkai credo proprio che mi spetti uno dei primi tre posti nella classifica di incasinamenti vari :-/...

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