Arti marziali tradizionali Giapponesi e Sport da combattimento sono due cose distinte che non vanno confuse. Al di là della gestualità tecnica è lo spirito su cui si fondano che le rende differenti, non migliori ne peggiori l’una rispetto all’altra, ma profondamente diverse.
Aiki-do, Karate-do, Ken-do, Iai-do, Ju-do (e Ju-Jutsu) hanno in comune la definizione di arte e la desinenza “do”.
La qualifica di arte rende già chiaro che le arti marziali sono un mezzo per tendere all’eccellenza, al continuo miglioramento, è questo lo spirito che muove tutti gli artisti. Uno scultore, un pittore, un ballerino si dedicano al continuo perfezionamento della loro arte … ripetendo ripetendo provando … lo stesso è per un praticante di arti marziali.
La desinenza “do” significa via, per cui chi si avvicina alla pratica tradizionale deve sapere che sta per intraprendere un cammino che potrebbe durare una vita.
Il genitori che “mandano” i propri bambini a “fare” una di queste arti non devono farlo con leggerezza, la pratica di un arte marziale tradizionale è inizialmente dura, ripetitiva e severa ma se guidata nel modo giusto risulterà entusiasmante.
Il rispetto del Maestro, delle gerarchie e dei propri compagni sono alla base di queste discipline, anche la punizione, ora mai fuori moda, ritrova ancora spazio e il suo valore educativo.
Prima di scegliere cosa praticare è importante informarsi, Karate, Judo, Aikido, Ju-Jutsu godono tutte della stessa dignità ma differiscono tra loro per storia e tecnica, quindi girate per le palestre guardate, chiedete e provate.
Se invece avete già scelto la vostra arte ma non sapete con quale Maestro o con quale società praticarla, informatevi bene, ricordate se siete genitori gli state affidando vostro figlio/a. Verificate se la società è affiliata a una federazione seria, se gli istruttori si aggiornano e hanno a loro volta un o dei maestro. Gli istruttori “non sono un’isola” e i Maestri sono rari.
Non fatevi incantare dai DAN, devono essere commisurati agli anni di pratica e alle capacità. Riporto sempre l’esempio del Maestro di Karate Hirosci Shirai, la sua vita è stata esclusivamente dedicata allo studio del Karate, ha oltre 50 anni di pratica ed è attualmente 9° Dan. In soli 20 anni non si arriva a 10°DAN
Un’ultima cosa, è rarissimo trovare un Maestro che abbia dovuto usare la propria arte per combattere e difendersi nella vita quotidiana, imparare a evitare “i guai” e a controllarsi nelle difficoltà sarà il valore aggiunto che otterrete dalla pratica.
Aiki-do, Karate-do, Ken-do, Iai-do, Ju-do (e Ju-Jutsu) hanno in comune la definizione di arte e la desinenza “do”.
La qualifica di arte rende già chiaro che le arti marziali sono un mezzo per tendere all’eccellenza, al continuo miglioramento, è questo lo spirito che muove tutti gli artisti. Uno scultore, un pittore, un ballerino si dedicano al continuo perfezionamento della loro arte … ripetendo ripetendo provando … lo stesso è per un praticante di arti marziali.
La desinenza “do” significa via, per cui chi si avvicina alla pratica tradizionale deve sapere che sta per intraprendere un cammino che potrebbe durare una vita.
Il genitori che “mandano” i propri bambini a “fare” una di queste arti non devono farlo con leggerezza, la pratica di un arte marziale tradizionale è inizialmente dura, ripetitiva e severa ma se guidata nel modo giusto risulterà entusiasmante.
Il rispetto del Maestro, delle gerarchie e dei propri compagni sono alla base di queste discipline, anche la punizione, ora mai fuori moda, ritrova ancora spazio e il suo valore educativo.
Prima di scegliere cosa praticare è importante informarsi, Karate, Judo, Aikido, Ju-Jutsu godono tutte della stessa dignità ma differiscono tra loro per storia e tecnica, quindi girate per le palestre guardate, chiedete e provate.
Se invece avete già scelto la vostra arte ma non sapete con quale Maestro o con quale società praticarla, informatevi bene, ricordate se siete genitori gli state affidando vostro figlio/a. Verificate se la società è affiliata a una federazione seria, se gli istruttori si aggiornano e hanno a loro volta un o dei maestro. Gli istruttori “non sono un’isola” e i Maestri sono rari.
Non fatevi incantare dai DAN, devono essere commisurati agli anni di pratica e alle capacità. Riporto sempre l’esempio del Maestro di Karate Hirosci Shirai, la sua vita è stata esclusivamente dedicata allo studio del Karate, ha oltre 50 anni di pratica ed è attualmente 9° Dan. In soli 20 anni non si arriva a 10°DAN
Un’ultima cosa, è rarissimo trovare un Maestro che abbia dovuto usare la propria arte per combattere e difendersi nella vita quotidiana, imparare a evitare “i guai” e a controllarsi nelle difficoltà sarà il valore aggiunto che otterrete dalla pratica.
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